La teoria del tutto

L’affascinante vita del cosmologo inglese Stephen Hawking.

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Ci troviamo in Inghilterra, nell’università di Cambridge.
Stephen ha deciso di intraprendere il corso di dottorato in fisica,
è uno di quei geni,
che a differenza di noi normali essere umani, raggiungono il massimo risultato con il minimo sforzo.
La sua normale vita viene sconvolta in poco tempo.
L’incontro con Jane, una ragazza che frequenta il corso di lettere, con una dedizione per la religione. L’esatto opposto di lui.
Appassionato di fisica e lontano da dio.
Ma come ci ricorda la chimica, gli opposti si attraggono.
E’ un’attrazione fortissima, che rischia di svanire dopo poco tempo.
Stephen contrae l’atrofia muscolare progressiva. Una malattia degenerativa che mette in difficoltà il ragazzo negli aspetti più banali della vita quotidiana, come scrivere e camminare.
La pellicola ci descrive la vicissitudini giornaliere di questo genio.
Difficoltà enormi che non gli impediscono di lavorare,
per trovare una relazione tra spazio e tempo,
una teoria del tutto, un’equazione unica.
Spazio e tempo,due fattori decisivi nella vita di Hawking.
Due anni, il tempo che gli rimane da vivere, a detta dei medici dopo la diagnosi della malattia.
La sedia a rotelle, lo spazio nel quale sarà costretto a passare la propria vita.

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Il regista ci mostra un’equazione unica, che non ha a che fare con quella che sta cercando Stephen.
Un’equazione che ha una costante,
fondamentale,
l’amore.
L’amore di Jane nei confronti di Stephen.
Un’amore che gli permette di continuare a vivere, di procedere nei suoi studi, di presentare la propria tesi di dottorato, di avere una famiglia.
Una costante che regala a Stephen una vita insperata.
Un film normale che racconta una storia straordinaria.
Il tocco di qualità è la pazzesca interpretazione di Eddie Redmayne,
un’ottima capacità di calarsi nelle varie condizioni fisiche di Stephen.
Capace di non risultare banale o esagerato,
ma molto realistico.
Un’interpretazione da Oscar.

Voto: 7,5

Gezim Qadraku.

American Sniper

Il cecchino più letale d’America.


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Iraq 2003.
Chris Kyle, cecchino arruolato nei Navy SEALs è appostato sul tetto di un edificio disabitato. Sta osservando quello che succede per strada.
Una donna esce di casa con un bambino, la donna dà al bambino una granata.
Chris chiede al suo principale cosa fare, “decidi tu”, gli viene detto.
E’ una decisione fondamentale.
E’ l’ennesima decisione importante che Chris è chiamato a prendere in poco tempo.
Ha deciso di arruolarsi nel corpo speciale dei Navy SEALs, quando era solo uno dei tanti cowboy Texani.
Dopo i continui attacchi del medio oriente agli Stati Uniti d’America, è volato subito in Iraq.
Non prima di sposare la donna della sua vita. (Sienna Miller)
Scelte che indirizzano la vita di Chris su un doppio binario.
Cecchino e leggenda, in Iraq.
Marito e padre, a casa.
Kyle è un patriota, cresciuto seguendo gli ideali del padre, arricchiti dal duro e disumano addestramento fisico e psicologico dei Navy SEALs.
Un uomo convinto di doversi sbarazzare del nemico per salvare la propria terra.
Impaurito da quello che potrebbe accadere alla sua madre patria se lui se ne stesse con le mani in mano. Una doppia vita che lo porterà a combattere due guerre.
Quella in Iraq per proteggere i suoi commilitoni
Quella che si crea a casa, contro sua moglie.
Nel tentativo di essere un buon padre e rimanere un buon marito.

Una regia maestosa di Eastwood, riesce nel complicato compito di farci comprendere i dettagli di una guerra.

Tra bombe, spari, proiettili, feriti, sangue e morte.

Il regista riesce nel capolavoro di non prendere alcuna posizione.
Un film che non analizza il giusto o lo sbagliato di una guerra, non giudica gli ideali di questo prototipo di eroe del nuovo millennio.
Un film che ci narra esclusivamente la vita, le gioie, i dolori, gli ostacoli, le convinzioni di Chris.
Un uomo tutto d’un pezzo, coerente con se stesso, con le sue scelte. Un uomo che non mette mai in dubbio il suo “lavoro”.
A differenze del fratello e della moglie, che finiscono per odiare la guerra.

“L’unica cosa che mi tormenta, sono quelli che non sono riuscito a proteggere”

Voto: 8.

Gezim Qadraku.

The Imitation Game

L’UOMO CHE CAMBIO’ IL CORSO DELLA GUERRA.

The Imitation Game

“Cosa faceva durante la guerra?”
“Lavoravo in una centrale radiofonica”
“Cosa faceva durante la guerra?”
“Sta prestando attenzione?”
Ci troviamo in Inghilterra,sono passati ormai cinque anni, dalla fine della seconda guerra mondiale. Alan Turing, viene interrogato nel commissariato di polizia. E’ stato fermato perché accusato di essere omosessuale, un reato a quell’epoca.
Alan, inizia così il suo racconto.
Racconta di aver fatto parte di un programma segreto alla scuola di crittografia di Bletchey Park, a Londra.
Arruolato insieme ad un gruppo di matematici, campioni di intelligence, per decriptare il codice enigma, utilizzato dalle potenze dell’asse per comunicare tra di loro durante la guerra.
Un codice ritenuto impossibile da decodificare, per le milioni di combinazioni possibili utilizzate.

Il film ci mostra il carattere di un genio, forte, sicuro di sé, in molti momenti arrogante, un carattere che nasconde una grande debolezza, che come sempre si cerca di far sparire dietro ad un muro.
E’ merito di Joan Clarke (Keira Knightley) reclutata per mancanza di personale,
se Alan riscopre il suo lato umano.
Un punto fondamentale della storia, che gli permette di avvicinarsi al suo gruppo di lavoro.

Un gruppo di lavoro, del quale Alan è convinto di non aver bisogno.
Loro cercano di decriptare la macchina semplicemente utilizzando le loro capacità,
il genio invece lavora per creare una macchina che faccia questo lavoro.
Ha capito subito che nessun essere umano potrà mai decodificare Enigma.
Quella macchina, ora noi la chiamiamo computer.
Il gruppo risulta decisivo nel mantenere vivo il programma, dopo che il governo britannico cerca di annullare tutto, per mancanza di risultati.
Come è andata a finire la guerra lo sappiamo tutti,
ma ora possiamo dare ad Alan ciò che è di Alan.
Un film che tocca molti argomenti importanti.
L’omosessualità, all’epoca ritenuta reato.
Il trattamento delle donne.
Rivela una storia rimasta protetta dal segreto nazionale per quasi cinquanta anni.
Una sensazionale interpretazione di Benedict Cumbertach, la ciliegina sulla torta di un film,
complesso, toccante, unico.
Significative le dichiarazioni di Keira Knightley,
“Io, quando devo contare, mi devo aiutare con le dita; ogni volta che ho provato a documentarmi sulle teorie matematiche nominate nel film, ho trascorso settimane intere cercando di capirci qualcosa ed ogni volta ho miseramente fallito. Sono un’attrice, non sono un matematico. ”
L’interrogatorio purtroppo per Alan non avrà un esito positivo.

Verrà condannato ad una cura ormonale, la quale lo porterà a suicidarsi pochi anni dopo.
Solo nel 2013 il governo britannico ha finalmente dato ad Alan ciò che è di Alan.
E’ stato infatti riabilitato, per il contributo dato alla guerra.

Come giustamente gli disse il suo amico Christopher,
“Solo persone che immaginano di poter fare qualunque cosa possono far cose che nessuno dovrebbe nemmeno immaginare.”

Voto: 8,5.

Gezim Qadraku.