The Greatest

La morte, l’atto finale della nostra esistenza, l’unica cosa che ci accomuna. Di fronte a lei siamo tutti uguali, volenti o nolenti, quando arriva non possiamo fare altro che acconsentire e abbandonare questo mondo.
Per tutto il resto del tempo che spendiamo su questo pianeta siamo completamente diversi uno dall’altro. Dal pianto che emettiamo nel momento in cui veniamo alla luce fino all’ultimo dei nostri giorni, ognuno di noi è qualcosa di irripetibile.
Proprio in questo sta la differenza, quello che riusciamo a compiere durante la nostra esistenza. Dostoevskij scrisse che gli uomini si dividono in due categorie:
la prima conserva il mondo e lo aumenta numericamente, mentre la seconda muove il mondo e lo conduce verso la meta.
Probabilmente non immaginava che della seconda avrebbero potuto farne parte anche gli sportivi. Lo sport, che nel secolo passato si è preso uno spazio enorme della quotidianità dell’uomo. Capace di attirare su di sé l’attenzione globale, più di qualsiasi altro avvenimento. Gli sportivi, nella maggior parte delle volte additati come ignoranti, persone in grado di utilizzare solamente le propri capacità fisiche, ma dotati di una cultura frivola.
Lo sport, visto dai più come qualcosa di lontano dalla vita quotidiana, definito come un’inutile perdita di tempo.
Se c’è stato uno sportivo che è stato in grado di unire lo sport con tutto il resto, questo è stato Muhammad Ali. Come dicevo, la differenza sta in quello che riesci a fare durante la tua esistenza. Nato come Cassius Clay, avrebbe potuto essere un pugile come altri, che sarebbe stato ricordato per le sue vittorie e per la sua bravura. Un semplice sportivo insomma.
Il ragazzo decide di fare ciò che mai nessuno aveva fatto durante la propria esistenza, la sua vita prende la via della gloria eterna nel 1964, quando a soli ventidue anni decide di cambiare il suo nome in Muhammad Ali.
Non basta cambiare religione e nome per diventare una leggenda.
Diventi Ali rifiutandoti di andare in guerra, quando la guerra va di moda.

“Nessun vietcong mi ha chiamato negro”

Diventi Ali quando rinunci al titolo mondiale, ma non alla tua dignità.
Diventi Ali se finisci in prigione per aver preso una decisione del genere, ma una volta uscito continui per la tua strada.
Diventi Ali quando, nonostante i soldi e la fama, ti ricordi delle tue origini e combatti per i diritti civili dei tuoi compagni.
Diventi Ali quando tutto il popolo africano ti urla di uccidere Foreman.
Diventi Ali quando rappresenti l’Islam, quello vero, quello moderato, quello in cui crede la maggior parte dei musulmani.
Diventi Ali se pesi cento chili ma ti muovi come se ne avessi la metà.
Diventi Ali quando ti permetti di dire che vincerai l’incontro e poi lo vinci davvero.
Diventi Ali cambiando lo sport, perché se c’è una cosa che non puoi permetterti di fare in una competizione sportiva è proprio quella di affermare la tua vittoria prima della gara. Puoi essere consapevole della tua forza, del tuo talento, ma durante una sfida sono infinite le variabili che possono portarti alla sconfitta.
Solo se sei Ali puoi sapere a priori che vincerai.
Tutto questo ti porta a diventare Muhammad Ali, uomo e sportivo immenso.
E’ stato e sarà il più grande, per sempre.

Gezim Qadraku.