American Sniper

Il cecchino più letale d’America.


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Iraq 2003.
Chris Kyle, cecchino arruolato nei Navy SEALs è appostato sul tetto di un edificio disabitato. Sta osservando quello che succede per strada.
Una donna esce di casa con un bambino, la donna dà al bambino una granata.
Chris chiede al suo principale cosa fare, “decidi tu”, gli viene detto.
E’ una decisione fondamentale.
E’ l’ennesima decisione importante che Chris è chiamato a prendere in poco tempo.
Ha deciso di arruolarsi nel corpo speciale dei Navy SEALs, quando era solo uno dei tanti cowboy Texani.
Dopo i continui attacchi del medio oriente agli Stati Uniti d’America, è volato subito in Iraq.
Non prima di sposare la donna della sua vita. (Sienna Miller)
Scelte che indirizzano la vita di Chris su un doppio binario.
Cecchino e leggenda, in Iraq.
Marito e padre, a casa.
Kyle è un patriota, cresciuto seguendo gli ideali del padre, arricchiti dal duro e disumano addestramento fisico e psicologico dei Navy SEALs.
Un uomo convinto di doversi sbarazzare del nemico per salvare la propria terra.
Impaurito da quello che potrebbe accadere alla sua madre patria se lui se ne stesse con le mani in mano. Una doppia vita che lo porterà a combattere due guerre.
Quella in Iraq per proteggere i suoi commilitoni
Quella che si crea a casa, contro sua moglie.
Nel tentativo di essere un buon padre e rimanere un buon marito.

Una regia maestosa di Eastwood, riesce nel complicato compito di farci comprendere i dettagli di una guerra.

Tra bombe, spari, proiettili, feriti, sangue e morte.

Il regista riesce nel capolavoro di non prendere alcuna posizione.
Un film che non analizza il giusto o lo sbagliato di una guerra, non giudica gli ideali di questo prototipo di eroe del nuovo millennio.
Un film che ci narra esclusivamente la vita, le gioie, i dolori, gli ostacoli, le convinzioni di Chris.
Un uomo tutto d’un pezzo, coerente con se stesso, con le sue scelte. Un uomo che non mette mai in dubbio il suo “lavoro”.
A differenze del fratello e della moglie, che finiscono per odiare la guerra.

“L’unica cosa che mi tormenta, sono quelli che non sono riuscito a proteggere”

Voto: 8.

Gezim Qadraku.

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