Noi che abbiamo iniziato questa esperienza con la consapevolezza che fosse un percorso utile e bello. Promettendo a noi stessi di impegnarci nello studio per avere una media alta, ma dopo solo un anno abbiamo deciso di accettare qualsiasi voto.
Noi dei libri fotocopiati, degli appunti condivisi con chiunque e delle firme per i nostri compagni.
Noi delle lezioni passate per terra pur di seguire. Del pranzo portato da casa per risparmiare e delle dosi eccessive di caffeina.
Noi che ci siamo trasferiti e abbiamo lasciato la nostra famiglia per studiare.
Noi altri invece, che passiamo la maggior parte del nostro tempo sui mezzi pubblici.
Noi dei lavoretti dove capita, per aver giusto un po’ di indipendenza economica.
Delle giornate in biblioteca a preparare gli esami. Anche se in realtà non facciamo altro che innamorarci, in biblioteca.
Noi che dai libri cerchiamo di riassumere il più possibile, per studiare il minimo indispensabile. Noi che non siamo impegnati mentre il mondo lavora, ma stiamo sui libri mentre il mondo fa vacanza.
Noi che: “le materie di questo semestre sono veramente interessanti”, per poi finire ad odiarle nel momento in cui si inizia a prepararle per l’esame.
Noi del dubbio amletico: “Iniziare questa serie tv o prepare l’esame?”
Noi dell’ansia pre esame, del “Va beh, come va, va!”. (Ma va?)
Di quella sensazione di leggerezza meravigliosa dopo averlo passato o dell’indescrivibile vuoto per essere staro respinto.
Dell’alcool in quantità infinite per festeggiare. (O per dimenticare)
Noi delle feste a casa dei nostri compagni fuori sede. Perché diciamocelo, è il vero motivo per il quale ci siamo iscritti.
Noi che ogni giorno conosciamo qualcuno, che avremo amici sparsi in tutta Italia, in tutto il mondo.
Noi che vaghiamo in giro spensierati, con la cartella sulle spalle e il sorriso condiviso con i nostri compagni, mentre sogniamo il fatidico giorno della laurea.
Noi che dovremmo essere quelli che hanno le idee chiare sul proprio futuro, ma che in realtà non abbiamo la più pallida idea di quello che vogliamo fare.
Noi che abbiamo scelto il percorso più difficile, quello più lungo, quello che si spera ci darà una vita migliore.
Noi che siamo i più fortunati di tutti.
Sì perché coi tempi che corrono, potersi permettere un’esperienza del genere è una fortuna enorme.
Noi che il mondo vorremmo cambiarlo.
Noi che di sicuro ci proveremo e forse ci riusciremo.
Gezim Qadraku.
Noi che abbiamo scelto il percorso più difficile, quello più lungo, quello che si spera ci darà una vita migliore…
o un lavoro migliore!
quanta verità in queste parole, l’ho trovato splendido!
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Troppo buona, come sempre.
Ti ringrazio 🙂
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mi sono riconosciuta..noi universitari, che dovremmo avere le idee chiare.. ho visto che è un po’ in là con il tempo.
La pensi ancora così?
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Sì sì, la situazione delle idee chiare è sempre la stessa!
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