La notte più bella della mia vita

E’ venuta a trovarmi, si è sorbita sei ore di aereo solo per vedermi. Non glielo avevo chiesto, stavo cercando di trovare io un weekend libero per andare a trovarla, quando è stata lei a dirmi che sarebbe venuta. Non me l’aspettavo, ma questa notizia mi ha messo addosso una felicità immensa. Abbiamo  un ottimo rapporto, sin da quando ci siamo conosciuti.
Purtroppo il lavoro ci ha allontanati di parecchi chilometri. Siamo comunque rimasti in contatto, non una cosa assidua, qualche conversazione ogni tanto. Né troppo, né niente.
Anche se le uniche giornate che vale la pena vivere sono quelle in cui ci sentiamo. Quanto mi fa piacere quando è lei a farsi sentire, il fatto che  pensi a me e che spenda del suo tempo per scrivermi, mi rende un uomo felice per qualche giorno.
È arrivata giusta in tempo per cena, mamma ha riempito la tavola come se fosse Natale.
L’idea che una ragazza venisse a trovare suo figlio, le ha dato alla testa. Erano felici entrambi, sia mamma che papà, è stato inutile ripetere  per tutto il giorno che siamo solo amici.
Che poi amici non lo siamo mai stati, abbiamo avuto un rapporto che non ha una vera e propria classificazione. Mi è piaciuta dal primo momento in cui l’ho vista, ma quando ci siamo conosciuti  era fidanzata, non ci sentivamo mai all’epoca, nessuno aveva il numero dell’altro. Ci ho rinunciato sin da subito, cercando di pensare a lei il meno possibile,  ma quando il lavoro ci faceva incontrare, provavo una sensazione di benessere irripetibile.
Dopo aver cenato, ci siamo spostati in sala e abbiamo trascorso la serata a parlare, a ridere e scherzare. Il camino ci ha riscaldato, abbiamo tenuto la televisione spenta, volevamo sentire solo le nostre voci. Sembravamo una di quelle coppie assodate, le iniziava le mie frasi io terminavo le sue.  Mamma e papà, verso la mezzanotte sono andati a dormire e noi siamo rimasti da soli sul divano. Mi sono sdraiato e lei si è messa davanti a me, con il mio petto che sfiorava la sua schiena. I nostri copri si sono toccati, senza che noi avessimo fatto niente per farlo accadere. Eravamo entrambi immobili, come se nessuno dei due voleva andare oltre a quel sfiorarsi.  Non ho fatto in tempo ad accendere la tv, per cercare qualche film carino, che aveva già chiuso gli occhi. Le sei ore di viaggio l’avevano distrutta. L’ho presa in braccio e l’ho portata in camera mia. L’ho messa a dormire come se fosse la cosa più cara che avessi mai avuto, cercando di fare piano per non svegliarla. L’ho coperta e le ho sistemato la testa sul cuscino.
Ha aperto gli occhi e con un filo di voce mi ha ringraziato, mi è venuto l’istinto di baciarla, ma non potevo farlo. Allora ho avvicinato la mia bocca alla sua fronte e le ho stampato un bacio. Neanche il tempo di staccarmi che la sua mano aveva preso il mio mento e lo tirava verso la sua bocca, i nostri visi si sono avvicinati e ci siamo baciati. Le nostre labbra sono rimaste appiccicate per parecchi secondi, ero paralizzato, ero su di lei che cercavo di trattenermi, non riuscivo a capire se stessi sognando o meno. Avevo pensato di dormire in salotto, ma non sarei mai riuscito a lasciarla lì da sola, uscire dalla camera e chiuderle la porta.
Mi sono infilato sotto le lenzuola, mi ha sorriso, mi sono avvicinato a lei, siamo diventati una cosa sola e abbiamo continuato a baciarci. Prima di riaddormentarsi si è girata, mi ha dato le spalle e mi ha chiesto di abbracciarla.
Sono rimasto sveglio tutta la notte, ho cercato di fare sin da subito il mio dovere.
Prendermi cura di lei. Non le ho staccato gli occhi di dosso neanche per un secondo.
È stata una notte insonne, ma è stata la notte più bella della mia vita.

Gezim Qadraku.

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