Il miracolo albanese

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“Mamma diceva che i miracoli accadono tutti i giorni”. Così parlava  Tom Hanks, nel film “Forrest Gump”.
E’ un vero e proprio miracolo quello che si è materializzato la sera dell’11 ottobre a Yeravan, capitale dell’Armenia. In programma c’era l’ultima partita valida per le qualificazioni agli europei 2016, tra Armenia e Albania. Agli albanesi serviva una vittoria, per scavalcare la Danimarca e aggiudicarsi la qualificazione diretta. Così è stato, le aquile rossonere si sono imposte vincendo per tre a zero.
L’iniziale autogol di Hovhannisyan è stato seguito dalle reti di Xhimsiti e Sadiku. La galoppata albanese è iniziata la sera del 7 settembre 2014 ad Aveiro, dove gli uomini di De Biasi compirono il primo piccolo miracolo della loro cavalcata, battendo per uno a zero il Portogallo.
Il girone era uno dei più difficili, oltre ai compagni di Cristiano Ronaldo, c’era l’ottima Danimarca e i rivali per eccellenza, la Serbia. Il fanalino di coda era l’Armenia.
E’ stato un cammino durato otto partite, lungo, faticoso, caratterizzato da spirito di sacrificio, cuore, impegno, sudore, un pizzico di fortuna e tanto tatticismo italiano. Questo probabilmente è stato uno dei fattori determinanti, l’allenatore italiano ha insegnato ai suoi ragazzi a stare in campo. Solo due le sconfitte rimediate dai rossoneri, entrambe arrivate negli ultimi minuti di recupero. Solo cinque i gol subiti, a testimonianza di quanto il lavoro di De Biasi sia stato appreso dai ragazzi. Ci si ricorderà per sempre del derby con la Serbia giocatosi a Belgrado. Sospeso per la rissa che si accese in campo tra i giocatori, dopo che un drone era atterrato sul terreno di gioco con la bandiera della grande Albania. La bandiera raffigurava il territorio albanese, comprensivo delle regioni che attualmente non ne fanno parte.
Inoltre, i volti di Isa Boletini e Ismail Qemali, i due personaggi più rappresentativi dell’indipendenza albanese dall’impero ottomano, ottenuta nel 1912.
Dopo la sospensione, l’UEFA ha condannato la Serbia, il risultato della partita è stato infatti deciso a tavolino,  tre a zero per l’Albania.

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Tutti si aspettavano di festeggiare la qualificazione nella partita di ritorno proprio contro la Serbia all’Elbasan Arena, la nazionale serba però ha avuto la meglio, vincendo per due a zero. Sarebbe stato veramente troppo, qualificarsi all’europeo battendo i serbi. Si sarebbe festeggiato per una vita intera, il destino invece ha solamente ritardato di qualche ora il miracolo. Tutte le strade albanesi sono state prese d’assalto al triplice fischio, una popolazione intera ha potuto fare finalmente festa. Sono state aperte le porte dello stadio Elbasan a tutti i tifosi, Prishtina (capitale del Kosovo) dove era stato installato un maxi schermo è stata inondata dalle bandiere albanesi e dai fuochi d’artificio. Oltre metà della nazionale, è composta da ragazzi di origine Kosovara.
Festa che durerà molto probabilmente fino all’inizio dell’europeo, “stiamo ancora festeggiando, non abbiamo smesso un secondo di bere e di mangiare”, ha affermato Erjon Bogdani, ex attaccante della nazionale e di Verona, Cesena e Siena (fra le altre) ora vice allenatore della nazionale. Il fatto che in questa qualificazione ci sia un po’ di italiano rende tutto ancora più suggestivo. Nessuna potrà mai dimenticarsi di quello che successe nel 1991.
Quando sulle coste italiane arrivarono un numero infinito di albanesi, che scappavano dalla dittatura comunista, dalla crisi economica e cercavano l’America in Italia. La migrazione iniziò a marzo, ma le immagini che tutti ricorderanno sono quelle della nave Vlora, che attraccò al porto di Bari l’otto agosto. Portava con sé più di ventimila persone, stipate all’invero simile. La nave era completamente ricoperta di uomini e di donne. Cercavano tutti un futuro migliore, in molti l’hanno trovato. Tanto che sono ritornati nella loro terra, dopo aver completato gli studi in Italia e aver impiegato al meglio i sacrifici dei propri genitori. E’ cambiato tanto da quell’estate di ventiquattro anni fa, tanto che ora ci sono italiani che vanno a lavorare in Albania. Chi l’avrebbe mai detto.  Questo è il momento di rivalsa per un popolo intero. Additato sempre come fanalino di coda del continente, etichettati come immigrati, ladri, criminali, mafiosi.
Il presidente della repubblica albanese, Bujar Nishani, ha concesso la medaglia “Onore della nazione”, alla nazionale di calcio. Precisando di aver preso questa decisione come “riconoscimento per lo storico traguardo, e per aver portato in alto l’immagine dell’Albania e degli albanesi nel mondo, rendendoci più che mai fieri e uniti”.

Albania supporters cheer for their team before their Euro 2016 Group I qualifying soccer match against Serbia in Elbasan, Albania October 8, 2015. REUTERS/Arben Celi
Il prossimo dieci giugno, sarà il debutto assoluto per l’Albania in una competizione internazionale. Le strade francesi saranno rossonere, non ci sarà albanese che non andrà a godersi dal vivo la propria nazionale, il proprio orgoglio, i propri colori.
Quindi Europa occhio, che gli albanesi stanno arrivando.
E come si dice dalle nostre parti,
RROFT SHQIPERIA.

Gezim Qadraku.

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