La regola del gioco

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1996, Stati Uniti d’America. Gary Webb riceve una telefonata. Dall’altra parte della cornetta c’è una donna, la discussione dura pochi secondi. Il giornalista del “San Josè Mercury News” mette giù il telefono, incredulo di quello che ha sentito. Ha appena ricevuto una bomba. Oltre all’ordigno, si ritrova in mano anche la miccia per farlo esplodere.
Il governo americano sarebbe implicato nella vendita di cocaina per finanziare una guerra, illegale. Quella condotta dai Contras, in Nicaragua.
Inizia per il protagonista un lavoro duro, estenuante e infinito. Una ricerca complicata di notizie, di fonti, di prove.
Gary Webb non ha alcun dubbio, vuole farla scoppiare questa bomba.
Nonostante questa sia, “una storia troppo vera per essere raccontata,” nonostante metta a rischio il suo lavoro, la sua credibilità, i suoi colleghi, ma soprattutto la sua famiglia.

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E’ uno di quei film, in cui non ti interessano tanto le interpretazioni, gli attori, la regia, i discorsi. E’ un film positivo. È un film coraggioso. E’ un film utile.
Sì perché, verrebbe naturale pensare che leggere i giornali, vuol dire leggere la verità. Invece, la storia continua a dirci che non è così.
Che i giornali ci dicono la verità quando vogliono. Che i governi non sono poi così buoni. Che noi semplici cittadini siamo veramente distanti dalla verità.
E’ un film che ti apre gli occhi. Sì perché, ci hanno bendati e non vogliono farci vedere nulla.
Però, ogni tanto, per caso, salta fuori qualche pecora nera che non si accontenta. Che si sente obbligato a divulgare la verità.
Queste sono le persone come Gary Webb.
Persone che cambiano il mondo.

Voto: 7,5.

Gezim Qadraku.

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