Il capitale umano

Volete avete avere un’idea chiara della società attuale?
Guardate questo film.

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Ci troviamo a Milano. Ma non in centro, siamo in periferia. Una periferia benestante.
La famiglia è una di quelle importanti. La casa, no beh non stiamo parlando di casa. Ci avviciniamo più al concetto di reggia. I soldi? Quelli ci sono e sono tanti, forse troppi.

Il film nasce con una scena che descrive un fatto ormai fin troppo comune in questo paese.
Un pirata della strada investe una persona, in questo caso un ciclista e scappa.
La storia e i protagonisti ruotano attorno a questo avvenimento.
La costante principale è l’accento.
Quello milanese. Lo si sente in tutti i protagonisti, che lo  marcano con il gesticolare tipico italiano e le abbreviazioni del momento.
Il periodo è quello natalizio.Tutti presi a scambiarsi gli auguri, a comprare i regali, le vie della moda e i negozi illuminati, ma effettivamente di acceso nelle persone c’è ben poco.
Ognuno dei protagonisti ha i propri scheletri nell’armadio. E non sono cose da niente.
Un mix di tradimenti, soldi non dichiarati, affari mal riusciti. Tutto arricchito dalla falsità dei rapporti. Caratterizzati da sorrisi frontali e pugnalate alle spalle.
C’è la crisi. E tutti vogliono evitarla, anzi , vogliono guadagnarci sopra.
Si scommette sulla rovina del paese.

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Il cast non è uno di quelli importanti, ma non ha niente da invidiare a nessuno.
Spicca su tutte la notevole interpretazione di Fabrizio Giffuni.
Accompagnato da un Fabrizio Bentivoglio, ottimo nei panni dell’agente immobiliare Dino Ossola.
Piacevole la scoperta di Matilde Gioli, che interpreta Serena, la figlia di Dino Ossola.
Altrettanto belle le conferme di Valeria Bruni Tedeschi e di Valeria Golino.
E’ una pellicola che vuole mostrare i segreti di quella vita che tanto piace e attira l’immaginazione delle persone comuni. Una vita fatta di macchine lussuose, case affascinanti, abiti su misura, autisti privati, feste di gala.

Paolo Virzì ci fa vedere l’altra faccia della medaglia. In queste vite mancano i sentimenti, i rapporti non esistono, l’unica cosa che lega queste famiglie ricche è il loro grado di parentela.
Una famiglia, quella dei Bernaschi, spaccata.
Una moglie completamente assente, persa e lontana dai suoi affetti, un padre concentrato esclusivamente sui suoi affari, un figlio che vuole solamente divertirsi e affogare i suoi problemi nell’alcool.

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Il regista ci lascia con un messaggio forte, sul quale riflettere.
Nella nostra società, il valore di una persona si stima in euro.
Questo film è l’ennesima dimostrazione che questo paese è pieno di talento.

Voto : 8.

Gezim Qadraku.

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